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LE GRANDI CONFERENZE DEL MUSEO ACCORSI

Barocco e Architettura a Torino

Mercoledì 28 maggio, per il ciclo di grandi conferenze al Museo Accorsi di Torino, sarà nostra ospite Costanza Roggero, docente II Facoltà di Architettura, Politecnico di Torino.

La sua conferenza su “Barocco e Architettura a Torino” ci ha permesso di fare una grande scoperta: che anche il palazzo ove è ospitato il museo di arti decorative ha una nobile storia!

Sede:

Fondazione Pietro Accorsi Museo di Arti Decorative

Indirizzo:

via Po 55 - Torino

Località:

Torino (Torino)

Data:

il 28 Maggio 2008

Orari:

ore 17.30

Prezzo:

Ingresso gratuito

Organizzazione:

Fondazione Pietro Accorsi Museo di Arti Decorative

Contatti:

Biglietteria

Telefono:

011.837.688 int. 3

Mail:

info@fondazioneaccorsi.it

Sito web:

www.fondazioneaccorsi.it

La conferenza "Barocco e architettura a Torino" si propone di illustrare le peculiarità dei molteplici temi che caratterizzano la grande stagione sei-settecentesca torinese. Il ruolo di capitale dello Stato sabaudo conferito alla città nel 1559 coincide con un lungo processo di costruzione dei luoghi, che dal nuovo Palazzo ducale - elemento centrale di un disegno complessivo realizzato per fasi - si allarga al processo urbanistico di ingrandimento programmato dei nuovi quartieri racchiusi entro la fortificazione "alla moderna" di forma ellittica, fino a comprendere l'ampia estensione del territorio suburbano punteggiato dalle numerose residenze sabaude. Il rapporto tra committenza sovrana e architetti ducali (in particolare Ascanio Vitozzi, Carlo e Amedeo di Castellamonte, Filippo Juvarra e Benedetto Alfieri), risponde al progressivo mutare delle scelte dei canoni architettonici, nel passaggio dall'uniformità cartesiana del Seicento alla scenografica inventiva di Guarini e di Juvarra, fino alle soglie della stagione illuministica di Alfieri. In questo quadro le molteplici e differenti scelte progettuali adottate costituiscono l'esito riconoscibile dell'architettura intesa come "arte di corte" in periodo barocco.


Dal punto di vista architettonico, anche Palazzo Accorsi, nel quale è ospitato il Museo di Arti Decorative della Fondazione Accorsi, inaugurato il 3 dicembre 1999, ha una nobile e importante storia.

L′edificio rientra all′interno del progetto di ampliamenti affidati all'Architetto Ducale Amedeo di Castellamonte dai Duchi di Savoia con l′obiettivo di trasformare la città in una moderna capitale europea, e che furono.
In base a tale progetto, gli edifici di Via Po dovevano essere porticati da entrambi i lati e dovevano avere la facciata ad architettura uniforme, con ampi cortili e giardini interni non visibili dall'esterno.

Il complesso di edifici che concludono sulla sinistra il tracciato di Via Po apparteneva in origine all'Ordine dei padri Antoniani di S. Antonio di Ranverso.
Il primo isolato (nn. 55 e 57 di via Po) era un tempo parzialmente occupato dalla chiesa di Sant′Antonio Abate, eretta negli anni venti del sec. XVII.

La chiesa e il convento annesso, noti come Domus Padi, furono oggetto nel 1728 di un progetto mai realizzato di F. Juvarra per la facciata e di uno di B.A. Vittone il cui elemento qualificante era la cupola di sapore guariniano destinata a dare luce ad un ambiente che si presentava troppo angusto. Vittone sistemò anche il coro ed il campanile ed approntò il decoro del presbiterio.

La chiesa di Sant′Antonio era allora ornata dell′altare maggiore e di quattro altari laterali, due per parte. Numerose erano le opere d′arte in essa conservate, a cura di Giovanni Paolo Recchi, Carle Dauphin, Alessandro Trono, Michelangelo Milocco, Lorenzo Pelleri.

Dopo la soppressione dell′Ordine degli Antoniani da parte del papa Pio VI, nel 1776 l′Opera della Mendicità Istruita chiese e ottenne “l′uso libero della chiesa di Sant′Antonio Abate, la quale, per la soppressione avvenuta dei Canonici Regolari, non era uffiziata da alcuno”.

Nel Censimento del 1802, tuttavia, la Domus Padi era parzialmente abitata da alcune famiglie. In seguito tutti gli edifici furono destinati ad abitazioni e botteghe. La chiesa di Sant′Antonio nelle sue linee generali non era più visibile già nel 1826, con la perdita (irreparabile) delle sue opere d′arte.

Pochi sono oggi i resti riconoscibili della celebre Domus Padi: nei locali delle segreterie al primo piano è rimasto un lacerto di affresco del coro; due colonne in pietra dell′antico ingresso si possono vedere sotto i portici; una parte della sacrestia della chiesa è presente nel locale del book-shop; la parte rimasta del campanile è stata murata per preservarla, ma può essere ancora visitata. Nella chiesa parrocchiale della SS. Annunziata, in una cappella, è conservata la statua di Sant′Antonio della ex chiesa antoniana, trasportata qui dopo la seconda guerra mondiale.

Dal 15 aprile 1901, quando il padre di Pietro Accorsi fu nominato dall'Ordine portinaio dello stabile, tutta la famiglia si trasferì in un modesto alloggio affacciato sul cortile del palazzo, ove ora si trova la guardiola del Museo. Nel 1956 l'intero stabile divenne proprietà dell'antiquario e, dopo la sua morte, sede della Fondazione Pietro Accorsi Museo di Arti Decorative.

Quando gli Accorsi vennero ad abitare al n. 55, al piano nobile del palazzo, in un ampio appartamento che comprendeva la grande galleria d′entrata, aveva dimora la famiglia del conte Maurizio Trotti Bentivoglio (al corrispondente livello del n. 57 viveva il barone Ernesto Daviso di Charvensod). Ai piani superiori s′incontravano professionisti, commercianti, impiegati e pensionati. Diverse botteghe si affacciavano su via Po: un banco del lotto, un negozio carta e cancelleria, una cappelleria.
Vent′anni prima del loro arrivo, in un piccolo appartamento dell′ultimo piano, era vissuto uno dei massimi pittori italiani, Antonio Fontanesi, dal 1869 professore di disegno all′Accademia Albertina. Vi era morto nel 1882, come ricorda una lapide nell′androne del n. 55.
L′attuale numero civico 59 corrispondeva all′antico 57. Nell′archivolto del portone contrassegnato oggi dal numero civico 59 è scolpita la croce mauriziana.

Nel cortile di via Po 55 si trovano inoltre:
- una splendida fontana rinascimentale con una elegante statua raffigurante una donna datata 1573
- un grande stemma di Maria Giovanna Battista Savoia Nemours al di sopra della fontana
- due leoni scolpiti nello stile di Giuseppe Valadier, uno dei maggiori rappresentanti del Neoclassicismo italiano, attivo a Roma, nelle città dello Stato pontificio e in particolare nelle Marche

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